Formazione politica italiana nata ufficialmente il 28 febbraio 2008. Il movimento è
sorto dall'incontro delle principali formazioni politiche del centro-destra italiano,
Forza Italia, Alleanza Nazionale e gruppi minori di orientamento democristiano, liberale,
socialdemocratico e centrista. L'ipotesi di costruire un grande partito unitario di
centro-destra era nata già nel 1994, all'indomani della vittoria elettorale del Polo
delle Libertà e della formazione del primo governo Berlusconi. Nel dicembre 2006, nel
corso di una manifestazione contro il Governo Prodi, Silvio Berlusconi aveva annunciato
che era sua intenzione dare vita a un grande
Partito della Libertà, che unisse in
un unico soggetto politico l'elettorato del centro-destra, a suo modo di vedere stanco
delle divisioni interne alla coalizione. L'idea del grande partito unitario venne
riproposta a più riprese, ottenendo da subito il consenso di Alleanza Nazionale, ma
non di UDC e Lega Nord, che si dichiararono da subito contrarie a qualsiasi processo
unitario. Il 18 novembre 2007, in occasione dell'iniziativa
Subito al voto
organizzata da Forza Italia per raccogliere firme per chiedere nuove elezioni, Berlusconi
in piazza San Babila a Milano annunciò lo scioglimento di Forza Italia e la nascita di
un nuovo soggetto politico, inizialmente da lui chiamato
Partito del Popolo della Libertà.
L'iniziativa, annunciata dal leader di Forza Italia di fronte a numerosi simpatizzanti, parlando dal predellino
della propria auto, venne ribattezzata dagli organi di stampa la
Rivoluzione
del predellino. Il partito non raccolse inizialmente il consenso dei tre principali
alleati di Forza Italia, quali la Lega, l'UDC e AN che, pur avendo fino ad allora
sostenuto il progetto unitario, giudicò confuso e superficiale il modo in cui esso
era nato; aderirono invece da subito quasi tutti i partiti minori di matrice liberale
e centrista. La caduta del Governo di centro-sinistra e la proclamazione da parte del
Capo dello Stato di elezioni anticipate per l'aprile 2008 portò a un veloce riavvicinamento
tra le forze politiche della Casa delle Libertà, i cui dissensi dopo la nascita del
PdL
avevano fatto temere la definitiva fine della coalizione di centro-destra. Con la creazione
del
PdL il centro-destra presentava perciò un quadro politico notevolmente semplificato.
In vista delle elezioni politiche veniva stretta un'alleanza con la Lega Nord di Umberto Bossi,
che partecipava alla competizione elettorale nel Centro-Nord, e con il Movimento per l'Autonomia,
che presentava le sue liste nel Centro-Sud. Estranei al
PdL restavano due partiti della
vecchia Casa delle Libertà: l'UDC e La Destra. Tali partiti respingevano l'invito di Berlusconi
e Fini ad entrare nel
PdL e decidevano di presentarsi da soli alle elezioni,
sottolineando l'importanza di mantenere l'identità del partito. I risultati delle consultazioni
registravano un netto successo dell'alleanza di centro-destra, che otteneva complessivamente
il 46,81% alla Camera e il 47,32% al Senato, conquistando la maggioranza assoluta in entrambe
le camere. La larga vittoria del centro-destra incoronava il
PdL primo partito politico
italiano e Silvio Berlusconi assumeva per la quarta volta l'incarico di guidare il nuovo Governo.